Nuovo appuntamento dal 15 al 17 Ottobre per Terre di Pisa Food & Wine Festival, manifestazione enogastronomica diventata ormai punto di riferimento nazionale.
In occasione di questa edizione abbiamo partecipato a due delle quattro master class in programma, presso lo spazio MACC di Pisa (all’interno del Palazzo Affari in Piazza Vittorio Emanuele II a Pisa).
Sabato 16 Ottobre masterclass “Le Bollecini delle Terre di Pisa”presentata dalla giornalista e ambasciatrice dello Champagne per l’Italia Chiara Giovoni.
Il trend commerciale di produrre un vino con “le bollicine” è ormai quasi un must per le aziende. In questi ultimi anni anche nelle Terre di Pisa sono cresciute realtà di eccellenza che hanno dedicato studio e risorse per produrre queste tipologie di vini, non solo con finalità di marketing, ma anche per scelte aziendali profonde, andando a valorizzare, con la spumantizzazione, i vitigni autoctoni toscani come il trebbiano, il sangiovese o il canaiolo. Queste produzioni richiedono molta tecnica e sapienza perché i vini, a prescindere dal metodo utilizzato, devono seguire una doppia fermentazione ed è per questo che è necessaria una tecnica approfondita e precisa. Interessanti i diversi metodi di spumantizzazione che vanno dallo Charmat al Metodo Classico con tempistiche diverse di permanenza sui lieviti, per passare infine ai vini prodotti con il Metodo Ancestrale.
Si parte con “Pitti Brut” 2020 di Torre a Cenaia, nome associato ai suoi suoli limosi e argillosi, chardonnay in purezza caratterizzato da un frutto esuberante e piecevole freschezza. Secondo campione “Infermento” 2020 di Podere Pellicciano, 100% trebbiano, la cui filosofia aziendale è la valorizzazione delle uve autoctone. Si presenta in versione Pet Nat dove si apprezza l’assenza di zuccheri su uno sfondo di arancia bionda e chinotto succosi sostenuti da un’ ottima acidità.
Terzo vino in degustazione “Anc’ora” 2020 di Le Palaie. Trebbiano proveniente da vigne a medio impasto con componente sabbiosa e fermentazione spontanea, presenta spiccate note di ananas, lime, miele e resine balsamiche. Passando al vermentino in purezza si fa notare “In Fermento” 2020 di Fattoria di Fibbiano, metodo classico ancestrale senza solfiti con ottima freschezza, netta impronta di aromi primari seguiti da more bianche, gelso bianco e pompelmo.
Azienda Agricola Toscani presenta “Lolì” 2020 a base syrah. Prodotto non convenzionale vinificato “sur lie”, energico e ben bilanciato.
Passando ai vini spumanti metodo classico merita una nota particolare Cupelli Spumanti con “L’ Erede Rosè Brut 36 mesi” 2016. Ottenuto da uve canaiolo in purezza, sfoggia tutta l’acidità e la componente aromatica propria di un vino rosso ma smorzandone quasi totalmente la tannicità.
“L’ Erede Riserva Millesimato Brut 60 mesi” 2015 è ottenuto invece da trebbiano toscano, dove primeggiano le note apportate dalla seconda fermentazione come biscotto d’orzo, noce e polvere di cacao.
La Regola propone “La Regola Brut Nature 36 mesi” 2016, dal profilo aromatico caratterizzato da frutta tropicale verde e rimandi erbacei mediterranei di timo limone e erba luigia.
“L’Eccezione Brut 60 mesi” 2014 si presenta molto più lungo e pastoso, con rimandi di frutta secca e pasticceria. Entrambi i vini sono a base manseng con una piccola percentuale di chardonnay.
Chiude questa batteria “Allegria Dosaggio Zero 84 mesi” 2013 di Rifugio dei Sogni. Chardonnay in purezza dalle sfumature e dallo stile che riflettono con fedeltà il territorio di produzione.
Domenica 17 Ottobre si è tenuta invece la masterclass su “La DOC Terre di Pisa – Rosso e Sangiovese: alla scoperta della nuova denominazione”. La masterclass è stata tenuta dal relatore: Aldo Fiordelli di Decanter.
La masterclass ha rappresentato efficacemente la panoramica della produzione enologica del territorio della DOC Terre di Pisa. Il territorio in cui si trova la denominazione ha un clima particolarmente mite con brezze marine che mitigano sia le basse temperature invernali che il caldo estivo. Si trova tra i monti pisani ed il polmone verde del parco di San Rossore su un terreno argilloso-sabbioso di lontana origine marina, ricco di fossili. I vini possono pertanto presentarsi di buona struttura e sapidità.
I campioni in degustazione hanno spaziato dal sangiovese in purezza al taglio di ispirazione bordolese, passando per versioni con uvaggio con predominanza di sangiovese.
Tra i campioni presentati hanno colpito “Le colline” 2018 dell’Azienda Agricola Castelvecchio per la sua piacevolezza al gusto, con una buona trama tannica ed una freschezza che conduce ad un finale fruttato; “Opera in Rosso” 2016 di Podere la Chiesa, con un profilo olfattivo ricco e complesso, un tannino ben presente e setoso ed un finale di liquirizia; “Il Barbiglione” 2017 di Usignan del Vescovo, un vino sempre complesso al naso, che presenta dalla frutta matura, al pepe bianco, all’alloro, bilanciato in bocca con una chiusura lievemente sapida.
Appuntamento dunque, al prossimo anno per conoscere le tante sorprese che questa giovane denominazione propone costantamente ad addetti al settore e appassionati.
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