“Se fare un vino perfetto significa fare un vino standard, allora non vogliamo fare vini perfetti”. In questa frase di Nadia Cogno e Valter Fissore è racchiusa tutta la filosofia dell’azienda Elvio Cogno.
Scelte decise, coraggiose, che nascono dalla voglia di interpretare tutte le potenzialità di un luogo straordinario, il cru Ravera a Novello, nel cuore della denominazione del Barolo.
A guidare l’azienda, dal 1996, sono la figlia di Elvio Nadia e il genero Valter Fissore. Ogni giorno rinnovano il proprio impegno nel dare voce alla biodiversità straordinaria del territorio di Novello, uno degli 11 Comuni della denominazione Barolo.
Elvio Cogno
Classe 1936, un uomo che, grazie alla propria visione, ha saputo ripartire da zero a 60 anni e puntare per primo sul Ravera, divenuto oggi una delle MeGA (menzioni Geografiche Aggiuntive) più importanti del Barolo, quando ancora non se ne parlava.
Oggi la Elvio Cogno, con i suoi 16 ettari di proprietà, è l’azienda a possedere la maggiore superficie vitata di questo luogo straordinario, più fresco rispetto ad altre zone della denominazione, capace anche di fronteggiare le sfide del cambiamento climatico.
In principio fu il Ristorante dell’Angelo
La Morra, tra tavoli e clienti affamati, dove Elvio Cogno lavorava e dove maturò l’idea di produrre il proprio vino, trasformando in un lavoro quella che era da generazioni una passione di famiglia. Fino ad allora, infatti, per la famiglia Cogno la coltivazione della vigna aveva l’unico scopo di offrire un buon vino nel proprio ristorante.
Erano gli anni Cinquanta ed Elvio decise di iniziare a collaborare con un’azienda di La Morra, la Marcarini, che gestiva splendidi vigneti in Brunate.
Il primo Barolo è il millesimo 1961 e già nel 1964 decide, fra i primi, di riportare in etichetta il nome della località “Brunate”, esaltando il concetto di terroir. Di lì a poco inizia il ventennio 1970 – 1990, vera e propria golden age del Barolo, che diverrà il Re dei Vini Italiani, riconosciuto a livello internazionale.
Nel 1990, già sessantenne, con enormi sacrifici acquista la Cascina Nuova, un casale del Settecento in località Ravera, proprio sotto il paese di Novello del quale era originario. Decide di investire tutto su questa porzione del Comune di Novello credendo per prima nel cru Ravera, oggi la MeGA (Menzione Geografica Aggiuntiva) più prestigiosa di Novello.
«Per fare il vino bisogna avere un’idea, difenderla con i denti, a volte essere chiamati bastian contrari. Per fare vino ci vuole una visione» afferma Valter, che è l’anima del vino, mentre Nadia si occupa degli aspetti gestionali. Lo fa sorridendo e ripensando a quando, da piccola, diceva “non farò mai vino”.
Un pensiero comune a molti figli di grandi produttori, che sono cresciuti vedendo i sacrifici dei propri genitori:
«Avevo giurato a me stessa che non avrei mai fatto vino perché da piccola i miei genitori non mi accompagnavano al mare durante le vacanze estive, perché il lavoro era tutto a mano: dall’etichettatura – povera mamma Graziella, quante ore di lavoro – al rimontaggio – povero papà, sulle vasche altissime, quasi a toccare il soffitto. Perché in vendemmia il lavoro cominciava alle 5 di mattina e terminava a mezzanotte. Perché le mani erano sempre macchiate di viola scuro».
Allo stesso tempo però il vino la attrae, tanto che a cinque anni già viene colpita dalla piacevolezza del tannino, in cui riconosce il profumo della neve. «Mi avvolgeva la piacevolezza del tannino, molto tannino, della neve…sì, proprio…il profumo della neve nel bicchiere di Barolo».
È l’incontro con Valter però a segnare una svolta: «Incontrando Valter, è vino da sempre e per sempre!». Una scelta di vita che diventa una dichiarazione di amore.
Elogio della (Bio)Diversità
Il Nebbiolo è una varietà molto antica, caratterizzata da una grande variabilità genetica rappresentata da un alto numero di biotipi. Conservare questa biodiversità consente da un lato di avere vini con caratteristiche diverse fra loro ma anche di rispondere meglio alle nuove sfide che si presentano, dal cambiamento climatico alla difesa della vite.
L’azienda decide di destinare i singoli biotipi a vigneti distinti. Per quelli definiti Ravera vengono scelti Lampia e Michet, per Vigna Elena il Nebbiolo Rosé, per Bricco Pernice esclusivamente Lampia.
Una missione, quella della salvaguardia della biodiversità, che è simboleggiata anche dal vigneto di Barbera Pre-Fillossera di oltre cento anni, a piede franco, e moltiplicata per propaggine, che rappresenta la storia di una viticoltura lontana e straordinaria, e dalla Nas-cëtta, varietà autoctona a bacca bianca in terra di grandi rossi, e di cui Elvio Cogno, per primo, promosse il recupero.
Il ruolo centrale nella produzione è giocato dalla vigna
La vigna, concepita come organismo vivo e vitale da rispettare, che, per produrre qualità, deve essere in equilibrio ed armonia con l’ecosistema circostante. Per questo la viticoltura lavora in sottrazione, intervenendo il meno possibile, per promuovere l’equilibrio naturale del vigneto.
Da 15 anni non si pratica il diserbo, si usa il sovescio delle erbacee e concime organico a base di humus di lombrico come unica forma di concimazione, i diradamenti sono eseguiti in modo mirato, e per la lotta ai parassiti sono usati antiparassitari e anticrittogamici di origine naturale come olii essenziali.
Grazie a queste scelte la terra dei vigneti Elvio Cogno è ricca di vita e l’aria è tornata pura.
«La vite si comporta come l’organismo umano. – Afferma Valter. – Abbiamo scelto di ridurre il più possibile gli interventi di difesa della vite con prodotti chimici, puntando invece sull’equilibrio e sulle naturali difese della pianta. Se prendiamo l’antibiotico per un mal di gola, probabilmente indeboliremo il sistema immunitario, se invece preveniamo il problema con un’alimentazione ricca di vitamine e coprendoci quando fa freddo, vivremo meglio e ci ammaleremo meno».
La filosofia in cantina
«Lo spirito produttivo è qualcosa che evolve nel tempo ed è frutto delle tradizioni e del bagaglio di esperienze professionali e famigliari. Sono queste che danno la forza e il coraggio di cambiare».
Mantenere e esaltare quanto ottenuto in campagna, valorizzando l’unicità di ogni annata e l’espressione di ogni vigna. Si è scelto di utilizzare lieviti indigeni selezionati, che permettono di attuare una scelta di territorio al 100% valorizzando la tipicità e la naturalità del vino.
Gesti antichi e sicuri, che esaltano le caratteristiche delle annate senza forzature con lunghe fermentazioni e lunghe macerazioni a cappello sommerso, con estrazione lenta e delicata. Affinamento in legni grandi, esclusivamente di rovere di Slavonia non tostato, per fare in modo che il legno completi il vino senza sovrastarlo. Il risultato sono freschezza e eleganza, e deciso carattere territoriale, con sentori morbidi e profumati.
Vini che, grazie alla naturalezza della lavorazione, svelano una potenza elegante, una morbidezza avvolgente, una freschezza inaspettata, accompagnata da profumi spiccati e caratteristici, pronti a raccontare una storia sempre nuova e diversa, comunque orgogliosa delle proprie radici.
Le vigne di Elvio Cogno
Ogni vigna ha la propria identità e viene seguita per esaltarne l’unicità. Ecco vigneto per vigneto quali sono le espressioni della Elvio Cogno.
Ravera
Queste vigne rappresentano la storia del progetto Elvio Cogno, partito da qui per arrivare oggi, con i propri vini, ad essere riconosciuto in tutto il mondo. I biotipi scelti per questi vigneti sono Lampia e Michet.
Situati ad un’altitudine di 380 m slm con esposizione Sud – Sud Est, con un clima caratterizzato da brezze alpine mitigate dal fiume Tanaro, poggiano su terreni calcareo argillosi compatti, ricchi di minerali, che si traducono in Barolo sapidi, freschi ed eleganti.
La composizione prevalentemente calcarea e la storicità del cru aggiungono eleganza e struttura al Barolo Ravera, regalandogli un’ottima longevità. Austero e severo nei primi anni di vita, si esprime al meglio con l’invecchiamento.
Il Barolo Ravera rappresenta la cifra stilistica Elvio Cogno e fu il primo a riportare in etichetta una menzione geografica, il Ravera, che molti anni più tardi diverrà uno dei cru del Barolo più rinomati.
Vigna Elena
Fu il primo vigneto ad essere impiantato nel 1991, anno di nascita di Elena, nipote di Elvio e figlia di Nadia e Valter. «È il vigneto della rinascita, simbolo di un nuovo inizio» afferma Valter.
Vigna Elena è caratterizzato da suoli calcareo argillosi, esposti a sud – sud est. Per questo terroir è stata scelta la varietà Nebbiolo Rosé, che dona colore granato brillante e intensi profumi floreali. Come il vino, anche l’etichetta è straordinaria perché riporta il disegno delle tre fasi della vita di un pulcino, dall’uovo al nido, fatto da Elena all’età di tre anni.
Bricco Pernice
«Mio suocero continuava a ripeterlo: il Bricco Pernice è e sarà sempre uno dei migliori appezzamenti del Ravera. – afferma Valter – Ed è proprio così.»
Bricco Pernice è la realizzazione di un sogno del fondatore: avere un vigneto nella zona più storica del cru Ravera. Il suo nome ricorda come le pernici, da sempre, siano solite nidificare in questo luogo magico e la grafica dell’etichetta è, ancora una volta, un gesto d’amore: il disegno di una pernice, realizzato da Elena.
Ubicato in una zona esposta a sud – sud ovest calda e riparata, e caratterizzato da un suolo di colore bianco con alta percentuale di calcare inframmezzato ad argilla, il Bricco Pernice ospita il biotipo Lampia. Il Bricco Pernice è composto da una parcella di vigne di 50 anni e due parcelle di vigne di 25 anni.
Da qui provengono le uve destinate al Barolo Ravera Bricco Pernice, che unisce potenza, suadenza, morbidezza avvolgente uniti a spiccate note minerali. Fa parte della “Riserva di Elvio”, somma di tutti i suoi insegnamenti tecnici e stilistici.
Cascina Nuova
I vigneti Cascina Nuova si trovano di fronte alla cantina e sono i vigneti più giovani, con esposizione sud a 380 m slm. Da queste vigne si produce l’omonimo Barolo, connotato da freschezza e piacevolezza che lo rendono un bere contemporaneo e un ottimo modo per iniziare a conoscere il Barolo.
Barbera d’Alba Pre-Phylloxera
È un museo a cielo aperto questo spettacolare vigneto dove dimorano le ultime viti arcaiche di Barbera, di età superiore a 100 anni, risparmiate dalla Fillossera. Di piede franco e moltiplicate per propaggine, si trovano in frazione Berri a La Morra.
L’esposizione perfetta e i suoli sabbioso-calcarei hanno permesso la protezione di queste piante dall’attacco della Fillossera. Il risultato è un vino straordinario, che unisce le caratteristiche varietali della Barbera all’unicità del terroir.
Nas-Cëtta
Varietà indissolubilmente legata al borgo di Novello, i primi documenti che parlano della Nas-Cëtta (o “Anascetta”) raccontano di un vino straordinario e risalgono a uno scritto del 1877 di Giuseppe dei Conti di Rovasenda.
La tradizione orale di Novello lo conferma: la Nas-Cëtta era utilizzata come vino da Messa, dolce e leggermente passito, capace di resistere nel tempo. Nonostante questa fama, nel tempo questa varietà fu sostituita da altre più remunerative, prima fra tutte il Nebbiolo.
La sua riscoperta si deve proprio a Elvio Cogno e a Valter Fissore che, nel 1991, degustarono una bottiglia del 1983. Fu amore al primo assaggio: colpiti dalle potenzialità del vitigno, che ricorda il Sauternes, decisero di vinificarlo in purezza.
Risale al 1994 la prima vendemmia di Valter, una produzione di circa 800 bottiglie che già riportano il nome Nas-Cëtta; proprio grazie al suo impegno, e a quello degli altri 6 produttori di Novello, questo vino nel 2010 diventa DOC Langhe Nas-Cëtta di Novello, riportando il nome del Comune in etichetta.
Valter Fissore è oggi il presidente dell’Associazione Produttori di Nas-Cëtta del Comune di Novello, che riunisce 13 aziende.
Abbiamo degustato:
Langhe Nascetta del Comune di Novello DOC “Anas-Cëtta” 2022
Vino storico del comune di Novello. Dalla prima micro-produzione risalente al 1994, la cantina Elvio Cogno, con costanza e grande amore per la terra di Langa, l’ha restituita, dai ricordi degli anziani di Novello, ai giovani del terzo millennio.
Luminoso giallo paglierino, con scia dorata, di spiccata vivacità. Naso intrigante e fine con effluvi di rosmarino, timo e lavanda, papaya, cedro e fiori di campo poi sbuffi di pietra focaia e rimandi salmastri. In bocca è preciso e appagante, scorre supportato da una vena minerale impreziosita da ricordi di erbe aromatiche e dolci speziature. L’ottima chiusura arricchisce ulteriormente il sorso.
Il 70 % della massa matura 6 mesi in acciaio, il restante in botti di rovere di Slavonia da 15 HL. Affina poi 6 mesi in bottiglia:
Langhe Nebbiolo DOC “Montegrilli” 2022
“A mio nonno Eugenio, la sua vigna”
Il Montegrilli nasce già in vigna con l’obiettivo di diventare un vino genuino e diretto, in grado di mostrare la reale personalità del vitigno Nebbiolo. A tale scopo la scelta di produrre un vino senza invecchiamento in legno, per differenziarlo in maniera netta dal Barolo, creando un prodotto dalla grande immediatezza e bevibilità.
Rosso rubino, intenso e lucente, presenta un profilo olfattivo di interessante finezza e complessità. Viola e rosa canina fresca, mora, ribes, mirtillo maturo, pepe bianco, accenni di china, noce moscata, chiodi di garofano. Sorso dinamico, la freschezza lega con il tannino, ben definito, e la componente alcolica, sottolineando la vivacità di questo nebbiolo. Finale di media lunghezza su scie di lampone e il ribes.
L’enoturismo
Affacciata su un anfiteatro naturale straordinario e situata in posizione elevata, a 380 m slm, Cascina Nuova offre al visitatore una vera esperienza emozionale, immersa nelle terre del Barolo.
L’azienda è aperta alle visite, previa prenotazione sul sito web aziendale, e offre esperienze personali e sartoriali. Due sono le opzioni: il Tour Privato e la Private Barolo Experience.
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