Castello di Meleto presenta Camboi 2019, Malvasia Nera in purezza, un’ode al coraggio, alla biodiversità e alle radici.
2019 è l’ultima annata di Camboi, bottiglia emblematica di Castello di Meleto, realtà rappresentativa della zona del Chianti Classico, della valorizzazione dell’ecosistema di Gaiole in Chianti e della volontà di recuperare quello che poteva andare perduto solo perché difficile da coltivare.
Camboi 2019 parla la lingua della terra e del coraggio delle persone che, osando, hanno recuperato un patrimonio ricchissimo, la Malvasia Nera Toscana, una varietà da recuperare e valorizzare e una vera e propria scommessa per celebrare la biodiversità e dare una possibile risposta ai molti interrogativi del cambiamento climatico.
Camboi racconta una storia lunga già a partire dal nome, una crasi di “Campo dei Buoi”, una zona di Meleto dedicata all’allevamento di buoi a partire dal medioevo fino agli anni Sessanta. E, questa storia viene raccontata anche visivamente attraverso l’etichetta della bottiglia, pensata e realizzata dall’artista Martine Janta: una testa di bue.
La Malvasia Nera coltivata nel Chianti è una selezione massale della Malvasia di Lecce e Brindisi arrivata in Toscana negli anni Sessanta, è il frutto di un incrocio spontaneo tra la Malvasia bianca lunga e il Negroamaro ed è un’uva che ben si adatta alle alte temperature, dalla quale si ottengono vini con un tenore alcolico normalmente non troppo elevato.
La Malvasia Nera Toscana presenta foglia grande, pentagonale, pentalobata. Il grappolo è di media grandezza con forma conica, talvolta alato, gli acini sono leggermente più piccoli della media, di forma ellissoidale, con buccia piuttosto spessa e di colore nero. Le fasi fenologiche sono di media precocità con germogliamento precoce.
Per molti anni usata in uvaggio per la produzione del Chianti Classico, è stata progressivamente abbandonata e relegata al ruolo di vitigno minore perché difficile da coltivare e sensibile alle malattie.
La Malvasia Nera Toscana, tuttavia, ha caratteristiche interessanti e sta dimostrando una buona plasticità anche alla luce dei cambiamenti climatici.
Il vino che ne risulta è caratterizzato dalla spiccata eleganza, contraddistinta da mineralità e aromi speziati, con profilo antocianico ricco di malvidina. Inoltre, le caratteristiche di mineralità e speziatura, date dalla ricchezza di polifenoli, hanno portato Castello di Meleto a scommettere su questo vitigno dalle grandi potenzialità nel vigneto San Piero.
Fonte Gheusis
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