L’uso dell’anfora per restituire l’essenza più pura del nebbiolo.

Nel panorama della viticoltura piemontese, la ricerca sull’identità del nebbiolo ha portato Enrico Rivetto a sperimentare nuove vie espressive. Il Nebbiolo d’Alba Vigna Lirano nasce dalla volontà di esplorare la purezza del vitigno attraverso l’uso dell’anfora, in un percorso che unisce tecnica e sensibilità.

Un progetto che affonda le radici nella filosofia biodinamica dell’azienda e che trova nella collina di Lirano il suo habitat ideale.

nebbiolo rivetto

“Il Nebbiolo d’Alba Vigna Lirano nasce un po’ per curiosità e un po’ per gioco. In diverse regioni d’Italia, come Friuli, Sicilia e Abruzzo, si sono sempre fatte lunghe macerazioni in anfora, per cui iniziai a sperimentare anche io, considerando anche la capacità del nebbiolo di prestarsi bene ai lunghi invecchiamenti.” spiega Enrico Rivetto.

Dietro questa curiosità, però, c’è anche una provocazione, ovvero andare alla ricerca dell’essenza del nebbiolo per ritrovare la sua versione più pura, senza influenze esterne che alterino la natura del vino.

Per raggiungere questo obiettivo, Rivetto ha scelto la terracotta, uno dei materiali più antichi utilizzati nella vinificazione. Grazie alla proprietà traspirante dovuta dalla sua porosità, permette una delicata ossigenazione senza cedere aromi.

nebbiolo rivetto

Inoltre, la presenza della buccia per periodi prolungati, permette la formazione di catene tanniche molto raffinate, conferendo complessità al nebbiolo.

È stato dedicato molto tempo alla sperimentazione dei diversi tipi di anfora per individuare quella più adatta, dapprima con i palloni toscani in terracotta, poi i Kvevri georgiani da 15-20 ettolitri, scelti per la loro ottima traspirazione, che esalta il processo evolutivo tra la buccia del nebbiolo e il vino.

“Stiamo anche sperimentando con l’argilla locale.” racconta Enrico. “L’anno scorso, con l’aiuto di un artigiano, abbiamo realizzato la prima anfora in argilla di Lirano, fatta con materiale recuperato a 50 metri sottoterra, in seguito ad alcuni lavori nella vigna. Stiamo quindi iniziando a testarla e vedremo come si comporterà.”

VIGNA LIRANO

La collina di Lirano è un giardino biodinamico nella Langa del Barolo, situato tra le colline di Sinio e Serralunga d’Alba.

nebbiolo rivetto

Un ecosistema complesso, dove la vite convive armoniosamente con 5 km di corridoi biologici, 200 alberi da frutto, erbe officinali, campi di cereali e circa 1000 alberi ad alto fusto e siepi miste.

Emersa dal mare milioni di anni fa, Lirano è una collina magnetica che beneficia di un microclima favorevole: i suoli, caratterizzati da formazioni di Lequio, sono ricchi di marna grigia e sabbia gialla, che trattengono l’acqua piovana in profondità, favorendo uno sviluppo armonico delle viti.

Con un’altitudine di circa 400 metri sul livello del mare, una buona ventilazione e un irraggiamento ottimale, il microclima contribuisce a creare vini dai profumi intensi e dalla naturale freschezza.

nebbiolo rivetto

Lirano rappresenta un nuovo paradigma di viticoltura, in cui l’approccio biodinamico è uno strumento per comprendere i meccanismi nascosti che regolano i rapporti tra agricoltura e natura, con la sostenibilità e la biodiversità al centro dell’attività agricola.

Vigna Lirano è una vigna molto rappresentativa e per questo nebbiolo in anfora abbiamo scelto una parcella in particolare, di circa un ettaro abbondante, situata nella zona più alta e bella della collina.” spiega Enrico.

nebbiolo rivetto

IL NEBBIOLO D’ALBA VIGNA LIRANO

Rivetto ha scelto di adottare tecniche di vinificazione ancestrali per il Vigna Lirano, con lunghe macerazioni e fermentazione spontanea in anfore di terracotta utilizzando lieviti indigeni.

Questa scelta permette di esaltare la purezza e la freschezza del Nebbiolo, offrendo un profilo organolettico unico.

La vinificazione si svolge in terracotta, un materiale neutro che, pur permettendo una leggerissima ossigenazione rispetto all’acciaio, consente di conservare assolutamente intatto il profilo varietale delle uve.

“Per quanto riguarda la vinificazione non c’è molto da dire, perché il nostro intento è proprio quello di intervenire il meno possibile – spiega Enrico. Dopo la vendemmia manuale, si passa alla diraspatura e poi alla pigiatura, per proseguire con la macerazione in anfora di diversi mesi. Una volta terminata la fermentazione, l’anfora viene sigillata fino alla primavera, quando viene svinata all’incirca in maggio, per poi sostare qualche mese nel cemento per sedimentazione, così da stemperare senza influenze, che verrebbero invece da altri materiali come il legno. Dopo l’imbottigliamento, il vino riposa per almeno sei mesi prima della messa in commercio.”

Questa metodologia conferisce al vino una personalità distintiva, in cui emergono sfumature vegetali più marcate rispetto ai nebbioli vinificati tradizionalmente, dove appare maggiormente la parte del frutto.

“È un vino che consiglierei naturalmente a un pubblico giovane, ma in realtà è per chiunque sia curioso e voglia mettere in discussione ciò che viene normalmente concepito come nebbiolo. È un vino che abbinerei con tutto e con niente, nel senso che ha la semplicità per essere abbinato a qualsiasi portata, ma al contempo necessita una profondità di pensiero per essere degustato così com’è. Se lo paragonassi a una persona la descriverei, infatti, come genuinamente scomoda, vera, che non ha paura di dire chi è, senza sovrastrutture e trasparente.” racconta Rivetto.

Anche l’etichetta ha storia particolare, un po’ provocatoria e che si lega bene alla sua personalità. “Iniziai a produrlo nel 2014, ma per due anni venne bocciato alla commissione d’assaggio in quanto non aveva le caratteristiche standard del nebbiolo.

Per reazione di pancia iniziai a usare un’etichetta fatta casualmente da mia figlia a sei anni, che stava disegnando il logo aziendale. Mi sembrò un modo un po’ dissacrante per rappresentare un nebbiolo, che secondo alcuni non poteva essere considerato tale, e per questo scelsi di usarla proprio come etichetta.”

www.rivetto.it

Fonte Well Com


Marco Germani

Sommelier e Degustatore Ufficiale AIS, ideatore e proprietario di questo blog, collaboro con le principali agenzie di comunicazione food and wine italiane. Scrivere recensioni è la cosa che amo maggiormente, in un calice di vino ci sono i sogni, le speranze, i sacrifici e il grande lavoro dei produttori, ognuno è una storia a se che merita sempre di essere raccontata.

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *