Aldo e Giuseppe Vaira spiegano com’è nato il vino premiato nella Top Ten di Wine Spectator. Un tributo alla tradizione, pensato per la ristorazione e per avvicinare i giovani al mondo del Barolo.
Il Barolo DOCG Albe 2020 entra quest’anno per la prima volta nella Top 10 by Wine Spectator, la classifica più influente sul mercato, posizionandosi al nono posto. Per G.D. Vajra è la quinta presenza nella “Top 100” nelle ultime 11 edizioni, per la seconda volta con questo vino.
Il progetto Albe è nato in G.D. Vajra 21 anni fa, per offrire alla ristorazione una valida alternativa nella scelta del Barolo da inserire in carta. “Avevamo due sogni quando lo abbiamo creato – dichiara Giuseppe Vaira –, riuscire a portare il Barolo sulla tavola degli amanti del buon vino ogni giorno ed essere il primo Barolo per tutti quei giovani che, nel calice e dal calice, attendono poesia, gusto e stupore.
Albe unisce in sé la qualità e la cura che mettiamo in ogni vino alla bevibilità tipica dei Baroli più classici, così da permettere a tutti il piacere di consumarlo anche al ristorante”.
Ma Albe vuol essere anche un tributo pieno di colore e gioia alla tradizione e ai Maestri delle Langhe. Nasce infatti dall’assemblaggio delle uve dei vigneti di Barolo in quota da cui, grazie al gioco di esposizioni diverse, da sud-est a sud-ovest, ogni giorno si gode di tre albe, a un’altitudine compresa tra i 380 e i 480 metri s.l.m.
“Quando iniziavo la mia avventura, i grandi Baroli nascevano sempre dall’unione di vigne diverse. Era il modo per raggiungere prima un’armonia e una finezza altrimenti difficili – sottolinea Aldo Vaira che con la moglie Milena ha dato vita all’azienda nel 1972 –.
Così è per Albe, un vino che ci sta dando grandi soddisfazioni. Lo splendido risultato raggiunto nella classifica di Wine Spectator è il frutto di tante persone che lavorano con G.D. Vajra: il team di vigna, di cantina, dell’ospitalità, per ogni gesto e ogni dettaglio, anche il più nascosto, curato con amore”.
Il Barolo DOCG Albe 2020 è un vino molto espressivo e amabile, che in bocca esprime tutta la sua autenticità ma anche grande energia e vivacità, ottimo da bere subito come tra qualche anno.
Bruce Sanderson – senior editor della testata americana – lo descrive così su Wine Spectator: “Questo rosso caldo presenta sapori di ciliegia, lampone, rosa, ferro, ginepro e fieno, sottolineati da una vibrante acidità. La struttura è armoniosa e morbida, con un lungo retrogusto di frutti rossi, elementi minerali e floreali”.
Dal punto di vista agronomico l’annata 2020 è stata probabilmente una delle più lunghe del decennio. Iniziata con un germogliamento anticipato, il ciclo vegetativo è rallentato durante la primavera e l’estate per poi concludersi con un raccolto tardivo.
Un’abbondante fioritura poco prima di metà maggio ha posto le basi per vini profumati, aerei e dominati dai toni rossi. Le numerose piogge durante l’estate hanno determinato un’allegagione meno regolare con molto più lavoro nei vigneti, ma anche temperature più miti, portando a un ciclo vegetativo stimato di 213 giorni.
Le uve per il Barolo Albe sono state raccolte nella prima metà di ottobre, selezionandole manualmente per tre volte: direttamente dalla vite, come grappoli interi ai tavoli di selezione, acino per acino dopo la diraspatura.
La vinificazione è avvenuta in tini troncoconici, con follature gentili e rimontaggi, per circa 30-50 giorni. L’affinamento è stato fatto per 26 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 40, 50 e 75 ettolitri.
Fonte Studio CRU
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