La vendemmia in Sicilia si conclude con una riduzione significativa: la produzione dell’isola registra un calo del 20%, che sommato alla riduzione dello scorso anno porta a una flessione complessiva del 55%.
Un avvio anticipato a causa delle elevate temperature che hanno accelerato la maturazione delle uve e la consueta longevità che contraddistingue la vendemmia più lunga d’Italia.
Nonostante la quantità di uve risulti in calo rispetto allo scorso anno, questa vendemmia si annuncia storica in termini di qualità, con punte di eccellenza per il Nero D’Avola: la vendemmia siciliana 2024 risente degli effetti del cambiamento climatico, prime tra tutte le scarse precipitazioni degli ultimi mesi con impatto rilevante sui vigneti, che tuttavia confermano eccellente qualità anche grazie all’assenza di fitopatie – proprio in relazione al clima secco – dopo le problematiche dell’anno scorso legate alla peronospora.
In molte aree, inoltre, si è rilevato fondamentale l’uso dell’acqua di laghetti aziendali e di pozzi così come tecniche agronomiche per limitare gli effetti del clima.
“Abbiamo vissuto sicuramente un’annata anomala: – commenta Filippo Buttafuoco, Dottore Agronomo – in Sicilia di solito piovono mediamente 500-600 mm di pioggia in un anno, mentre dall’autunno scorso sino ad oggi sono caduti 250 mm di pioggia. Nel 2023 i vigneti già venivano da un periodo di stress e di grande caldo, purtroppo nemmeno durante quest’anno hanno avuto modo di recuperare. Dunque, tutto il processo di sviluppo dei nuovi frutti è avvenuto con anticipo, a partire dalla gemmazione e dalla fioritura che sono state anticipate di due settimane. Le rese da inizio vendemmia sono state molto basse, con perdite notevoli. Sul fronte della qualità invece abbiamo una qualità altissima, l’uva è sana, matura e vini si prevedono spettacolari”.
“Quest’anno si prevedeva che non ci fosse molta uva – aggiunge FIlippo Paladino, vicepresidente del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia – il Grillo rispetto alla media ha avuto una flessione del 40%, un pò meglio i rossi a partire dal Nero D’Avola. Buona resa invece per lo Zibibbo e i vitigni internazionali. Sarà difficile sostenere i costi”.
“Anche se è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo – conclude Alessio Planeta, componente del CdA della DOC Sicilia – possiamo già osservare alcune tendenze significative. In gran parte della Sicilia, le condizioni dei vigneti prima della vendemmia avevano già lasciato presagire un calo nella produzione di uve: questo a causa dell’inverno poco piovoso e relativamente caldo e una primavera fredda e ventosa. Le piogge attese non sono mai arrivate: questo fattore e una lunga estate ci ha fatto anticipare la vendemmia di circa 10 giorni. I risultati della raccolta variano notevolmente da Est a Ovest: mentre nella parte occidentale il calo è più marcato, nell’area orientale e, soprattutto, nel Nord, i livelli di raccolta si avvicinano a quelli dell’anno scorso. La riduzione della quantità, però, hanno portato con sé un notevole incremento della qualità. Quest’anno, stiamo assistendo a risultati sorprendenti, con picchi di eccellenza, specialmente per varietà come il Nero d’Avola, il Grillo ed il Frappato. Varietà profondamente siciliane che hanno interpretato al meglio una vendemmia ‘ meridionale ‘”.
Fonte AB Comunicazione
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