Alla scoperta dell’’eccellenza vitivinicola italiana e del legame con la terra della famiglia Jacorossi.
Situata a un’altezza di 605 metri sul livello del mare, tra l’incantevole Valdichiana e la pittoresca Val d’Orcia, si erge la storica città di Montepulciano. Un luogo che vanta radici profonde, risalenti all’epoca etrusca, quando era conosciuta come Mons Politianus.
In questo contesto storico e naturalmente vocato, ha origine la saga della Fattoria della Talosa, gioiello vitivinicolo della famiglia Jacorossi. Da tre generazioni, questa famiglia si dedica con passione e dedizione alla produzione di vini eccezionali, rendendo onore a una terra generosa e perfettamente adatta alla viticoltura.
“Nel cuore della Toscana, Fattoria della Talosa è una storia di trasformazione continua e di resilienza – commenta Edoardo Mottini Jacorossi, CEO di Fattoria della Talosa. – Durante questi anni abbiamo intrapreso un percorso di rinnovamento e crescita, puntando su investimenti strategici che hanno portato Talosa ai vertici dell’enologia italiana. Il nostro impegno si è concretizzato nella ristrutturazione della Cantina Storica e nell’innovazione dei vigneti, così come nella creazione di un nuovo spazio di degustazione che, dalle ceneri di un rifugio di guerra, è rinato per celebrare la bellezza del nostro territorio e la qualità dei nostri vini,” afferma Jacorossi.
Il punto di svolta nella storia recente di Talosa è il 2004, anno in cui l’azienda ridisegna le proprie strutture e ridefinisce la produzione vinicola. Viene progettato e inaugurato il nuovo centro aziendale, davanti ai vigneti, dove vengono spostati gli uffici e concentrate le diverse fasi di vinificazione, maturazione, imbottigliamento, affinamento e logistica.
Una trasformazione che comporta l’aggiornamento dei modelli organizzativi e di lavorazione e promuove la crescita degli standard di produzione enologica, che raggiungeranno, negli anni, livelli di eccellenza. L’anno successivo, nel 2005, nel centro aziendale fanno il loro ingresso quattro tini tronco conici in acciaio, al fine di ottenere una redistribuzione più funzionale del vino e ottimizzare il lavoro durante la vinificazione.
Nel 2006 il rinnovamento coinvolge anche la vigna. I vecchi vigneti, alcuni dei quali risalenti agli anni ’70, vengono sostituiti da nuovi impianti.
I nuovi impianti rappresentano un investimento sostenuto nell’ottica del miglioramento qualitativo della produzione, che ha coinvolto l’azienda per i successivi quattro anni: nel 2006 i nuovi vigneti sono stati piantumati su un’area di 6 ettari, nel 2008 su altri 8 ettari e infine nel 2010 le nuove uve vengono piantate su una superficie di 2 ettari.
“Il 2023 ha sicuramente rappresentato un anno di sfide ma anche di risultati importanti. Nonostante le dinamiche globali, abbiamo mantenuto una solida posizione finanziaria, con una crescita complessiva del 10%. Questo è il frutto di un bilanciamento tra il mercato interno, che rappresenta il 60% delle nostre vendite, e quello internazionale, con il 40%,” continua Jacorossi. “La fiducia nei nostri vini si riflette anche nel successo sui mercati esteri, soprattutto negli Stati Uniti e in Svizzera, che si confermano come partner commerciali di prim’ordine, al pari di Inghilterra e Germania – dichiara Cristian Pepi, direttore commerciale. “In Italia, la Toscana rimane il fulcro delle nostre vendite nazionali, un risultato che sottolinea il nostro legame indissolubile con questo territorio straordinario. Tutto ciò è motivo di orgoglio per me e per tutto il team di Fattoria della Talosa”.
Sostenibità
La Fattoria della Talosa è un’azienda che rispetta e tutela il proprio territorio e i vigneti in tutte le fasi di lavorazione e produzione dei vini. Talosa è in conversione al Biologico dalla vendemmia 2021 ed ha ampliato il parco macchine ed attrezzi con mezzi e sistemi di ultima generazione riducendo al massimo gli impatti sull’ambiente. Inerbimenti con diverse specie di dicotiledoni e concimi naturali stanno aiutando molto la qualità delle uve ponendo grande attenzione per l’ambiente e i vigneti.
“Talosa lavora in Biologico– spiega Edoardo Mottini Jacorossi – e questo ci consente di essere un’azienda sostenibile: i pochi trattamenti mirati durante l’anno portano a significativi risparmi di carburante e dei materiali di consumo dei macchinari, così da ridurre notevolmente l’impatto sui terreni da parte dei mezzi agricoli e degli strumenti di lavoro utilizzati nei vigneti. Un conto è entrare nei vigneti 5 volte l’anno, un altro 12”.
In questi anni Talosa, in sinergia con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e le altre aziende associate, sta lavorando per raggiungere anche gli obiettivi di sostenibilità posti da Equalitas, che promuove la sostenibilità delle filiere agroalimentari e del vino in primis.
Un impegno attivo che si fonda sul benessere sociale e la protezione dell’ambiente in cui si opera, nel rispetto dei principi posti dal Codice Etico di Equalitas: l’osservanza di standard etici e di responsabilità, la crescita sostenibile, lo sviluppo condiviso fondato su un modello di business che crei valore per le aziende e per il territorio, l’utilizzo delle migliori soluzioni tecnologiche e innovative, la trasparenza e la tutela ambientale.
Nei prossimi anni Talosa sarà impegnata nella produzione di vino biologico certificato in vigna e in cantina“Negli ultimi anni abbiamo investito molto in vigna – spiega Edoardo Mottini Jacorossi– Il biologico rappresenta una tipologia di lavoro in campagna che ha previsto il rinnovo e l’ampliamento del parco macchinari, dai trattori agli atomizzatori per i trattamenti. Occorre considerare anche che, per la conversione della vite, la normativa europea prevede un periodo di 36 mesi e quindi la possibilità di produrre vino biologico è rimandata al 2024
La Cantina Storica
La più antica cantina di affinamento di Talosa è situata nel centro storico di Montepulciano, nei sotterranei di Palazzo Tarugi e Palazzo Sinatti, costruiti nei primi decenni del ‘500 di fronte al Duomo di Montepulciano.
L’ingresso nella Cantina Storica di Talosa riporta i visitatori indietro nel tempo, al Rinascimento italiano, nel XVI secolo. Le gallerie, interamente costruite a mattoni, si alternano in susseguirsi di volte e nicchie dove trovano posto le botti.
Un ambiente suggestivo, che rivela la propria forza e maestosità, dove le grandi botti di rovere, con una capacità 115 ettolitri, permettono al Vino Nobile di Montepulciano di maturare e affinarsi. Le botti più datate raggiungono i 44 anni di età e proprio grazie ad esse è stata ottenuta la prima bottiglia di Vino Nobile dell’azienda, nel 1972.
“La Cantina Storica è il cuore pulsante di Talosa – racconta Edoardo Mottini Jacorossi – e il luogo in cui i visitatori possono comprendere appieno la filosofia e la cultura che guida la nostra azienda. Gli investimenti che negli anni sabbiamo destinato per migliorare l’offerta enoturistica ci hanno permesso, oggi, di proporre un percorso di alto profilo, che accompagna gli appassionati alla scoperta della storia del vino di questo territorio e di quei luoghi che hanno reso il Vino Nobile di Montepulciano un punto di riferimento enologico per il nostro Paese. La Cantina Storica non offre solo esperienze di degustazione, ma un vero e proprio viaggio alla scoperta delle tecniche di lavorazione e del know-how che permette a Talosa di raggiungere elevati standard di qualità”.
La degustazione delle Vecchie Annate
Provate all’ultimo Vinitaly, le annate più rappresentative dell’azienda.
La 1979, quando ancora si utilizzavano Trebbiano, Malvasia e Grechetto mostra lievi segni di ossidazione, percepibili nel colore più marcato. Ottimo il profilo olfattivo, declinato su terziari di ampia evoluzione, sorso dotato di piacevole freschezza, e integrità generale.
La 1987, un’ottima annata, abbandona i vitigni a bacca bianca e svela, oltre alla vivacità del colore una spiccata balsamicità, frutti rossi sotto spitiro, lunghezza e beva elagante. Ottime impressioni per l’annata 1995, un vino pulito, preciso, con ampio spettro olfattivo tipico, tannini levigati e ben sorretti dalla giusta acidità.
Perfetto da degustare e abbinare a piatti elaborati, nonostante la veneranda età, promette ancora molti anni di evoluzione. La 2008 proviene da un’annata regolare e rappresenta un prodotto “sperimentale” per l’azienda. Brillante e vivido, ha un naso fresco, con frutti di bosco, mora, accenni balsamici e terrosi vivaci. Un vino “in salita”, dai tannini presenti e in evoluzione.
Conclude questa verticale l’annata 2018, Il vino che decreta la “consapevolezza” aziendale. La strada di Fattoria della Talosa è presa, il calice si illumina di rosso rubino dalla ammaliante trasparenza. L’olfattivo è preciso, netto e dalla percepibile eleganza.
Complesso e fine spazia da sentori di amarena, mora e lampone, sottobosco a note boisée, accenni di eucalipto, scie di ceralacca. Sorso composto, dinamico, trama tannica ben presente e lungo finale fruttato.
Tutti i vini in degustazione sono stati conservati nella cantina storica, in condizioni ideali di temperatura e umidità.
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