Traguardo raggiunto per nove aziende vinicole, otto italiane e una estera che, con l’inizio del 2024, hanno concluso l’iter e ottenuto la nuova certificazione Diversity Ark.
Azienda Agricola Inama di Inama Stefano e Giuseppe (Veneto), Azienda Agricola Meroi (Friuli Venezia Giulia), Gradis’ciutta (Friuli Venezia Giulia), Le Piane Boca (Piemonte), La Torre alle Tolfe (Toscana), Tenuta Luisa (Friuli Venezia Giulia), Tenuta Stella (Friuli Venezia Giulia), Vecchie Terre di Montefili (Toscana), Vinarija Kozlović (Croazia): queste le nove aziende che a partire dal 2020 hanno intrapreso il percorso di certificazione che rappresenta ad oggi una vera e propria rivoluzione in ambito agricolo.
Diversity Ark, infatti, si approccia all’agricoltura con una nuova filosofia di pensiero, proponendo una visione olistica che mira a tutelare a 360° la biodiversità presente in campo.
Ideata dagli agronomi Stefano Amadeo e Stefano Zaninotti, la certificazione introduce un modello assolutamente innovativo di agricoltura sostenibile perseguendo una protezione integrale della biodiversità nonchè prevenendo l’alterazione degli ecosistemi a causa dell’intervento umano.
“La nostra visione si concentra sulla salute a lungo termine dei terreni e sulla produzione responsabile. Vedere queste nove aziende abbracciare e implementare i nostri principi è motivo di grande soddisfazione e orgoglio” hanno commentato Amadeo e Zaninotti.
Dai dati ottenuti attraverso la meticolosa valutazione che è stata realizzata e che considera 10 indicatori essenziali per determinare la salute del suolo e delle colture, emerge un quadro estremamente positivo:
“Questi indicatori – afferma Stefano Zaninotti – che spaziano dal contenuto di sostanza organica al bilancio tra predatori e prede, fino alla presenza di plastica nell’ambiente, costituiscono la base del nostro sistema unico e all’avanguardia per l’analisi dell’agroecosistema. Siamo lieti di constatare che tutti i vigneti esaminati hanno ottenuto valutazioni agroecologiche elevate, con punteggi che partono da un minimo di 68 su 100. Questo è un chiaro segnale di qualità e impegno verso la sostenibilità. Inoltre, abbiamo osservato una notevole varietà di impollinatori e un’equilibrata dinamica predatore-preda in tutti i vigneti, sintomo di un ambiente in salute. Un altro aspetto degno di nota è l’assenza quasi totale di plastica, che testimonia l’impegno concreto delle nostre aziende nella riduzione dell’impatto ambientale dei materiali utilizzati.”
La certificazione, registrata presso EUIPO e attestata a livello europeo dall’Ente CSQA, è frutto di anni di collaborazione e ricerca.
Oltre a promuovere una maggiore biodiversità, Diversity Ark si impegna a rendere più efficienti e meno onerosi i processi burocratici legati alle certificazioni, favorendo così un’adozione più ampia di pratiche sostenibili.
A tale proposito il Davide Troncon, responsabile della Divisione Foreste & Biodiversità di CSQA Certificazioni, riporta che “lo schema Diversity Ark all’interno del panorama degli schemi di certificazione del mondo vitivinicolo, si propone come elemento positivo di valorizzazione dei prodotti e dei relativi territori. Lo schema, infatti, contiene alcuni elementi e requisiti innovativi e sfidanti che rappresentano una risposta alla crescente domanda di sostenibilità da parte dei consumatori e della collettività in un settore che spesso viene considerato tra le maggiori fonti di inquinamento e causa di perdita di biodiversità. La strada da percorrere è ancora molta ma l’adesione volontaria da parte di queste aziende virtuose a schemi che si pongono l’obiettivo della sostenibilità fa ben sperare per il futuro”.
E guardando al futuro, le aziende certificate godranno dei benefici della certificazione per i prossimi cinque anni, dopodiché si procederà al rinnovo. La certificazione offre non solo un riconoscimento dell’impegno verso la sostenibilità, ma anche un valore aggiunto tangibile, con la possibilità di esporre il bollino Diversity Ark sui prodotti.
“Celebrando questo traguardo – chiude Amadeo – ci congratuliamo con le aziende pioniere che hanno dimostrato che un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e produttiva non solo è possibile, ma è anche la via da seguire per un futuro più sostenibile.”
Fonte AB Comunicazione
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