Il 30 novembre, presso la Banca di Asti, si è tenuto un convegno tutto dedicato ai temi delle conseguenze del cambiamento climatico in ambito agricolo e delle ricerche in corso per affrontare la problematica.
Giovedì 30 novembre presso il salone della Banca di Asti si è tenuto il convegno dal titolo “Cambiamento climatico e sostenibilità economica nel settore vitivinicolo” promossa dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e dalla Banca di Asti.
“Questa conferenza rappresenta per il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato solo il punto d’inizio di una lunga strada che vogliamo percorrere, il problema c’è e va affrontato. La giornata dimostra come il Consorzio non guardi solo alla promozione ma anche alla tutela del territorio, perché questo tema riguarda e riguarderà tutto il tessuto economico locale nonché la società nel suo complesso” afferma Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.
Il convegno, moderato da Luca Ferrua, direttore di diverse testate del gruppo Gedi, ha visto protagonista un illustre parterre di ospiti.
Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico di grande fama, ha aperto la conferenza parlando dell’innalzamento delle temperature che si sta verificando sul nostro pianeta, un fenomeno che sta registrando ormai ogni anno record storici sia nella terraferma, sia nei mari.
Conseguenti all’aumento delle temperature sono la riduzione dei ghiacciaci – basti pensare che i laghi alpini si sono ritirati nell’ultimo secolo di oltre il 60% – il verificarsi di fenomeni metereologici estremi come i grandi periodi siccitosi alternati a forti fenomeni alluvionali, la perdita della biodiversità e l’arrivo di alcune specie aliene che disturbano quelle già presenti.
“Oggi tutto il mondo guarda al problema del cambiamento climatico con particolare attenzione. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo ancora la possibilità di agire positivamente per cambiare il nostro futuro e quello del pianeta, ma è necessario che la transizione ecologica venga spinta il più possibile per far in modo che i danni vengano contenuti, e questo problema venga arginato. È possibile virando verso le nuove tecnologie, fermando la cementificazione e facendo una scelta etica nella vita di tutti i giorni” – chiosa Luca Mercalli.
Ha poi preso la parola Luigi Bavaresco, professore di Viticoltura all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ha affrontato il tema relativo al binomio agricoltura e cambiamento climatico.
A causa del sostanziale aumento delle temperature e dei periodi siccitosi, si sono registrate alcune lievi variazioni, destinate ad accentuarsi nel corso degli anni, l’anticipazione delle fasi fenologiche della vite e il cambiamento delle caratteristiche organolettiche dell’acino, tra le quali l’aumento del residuo zuccherino nelle uve e la diminuzione dell’acido malico presente nell’acino.
Diverse le soluzioni proposte dalle ricerche scientifiche in materia, tra le più importanti:
Dal punto di visto genetico, è in corso una sperimentazione per recuperare e sfruttare la variabilità intravarietale di un vitigno per sperimentare il loro comportamento in rapporto al cambiamento climatico. In tal senso, il Consorzio ha da poco dato il via ad AGEBA, studio incentrato sul recupero e la valorizzazione del germoplasma antico della varietà Barbera per sperimentare il suo comportamento in rapporto al cambiamento climatico.
La potatura tardiva è un altro strumento volto a posticipare la fase di gemmazione, ed evitare i danni causati dalle sempre più frequenti gelate primaverili.
La sperimentazione di trattamenti fogliari in vigneto con biostimolanti a base di idrolizzati nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta può contribuire poi a mitigare gli effetti negativi dello stress sulla pianta.
La manipolazione del DNA delle cellule (TEA) in vitro secondo le necessità richieste può supportare nella creazione di piante resistenti alla siccità e allo stress idrico.
Una migliore gestione della chioma e del suolo, attraverso tecniche specifiche quali la pacciamatura, l’utilizzo di compost in vigneto, l’inerbimento dei filari, possono evitare un utilizzo intensivo del suolo.
Infine, il professor Mario Fregoni, titolare della Cattedra di Viticoltura presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e attualmente Presidente onorario e membro del Consiglio Scientifico dell’OIV, ha parlato della sperimentazione in corso sulla Vitis Vinifera franca di piede in rapporto alla resistenza agli stress idrici e termici.
Interventi da parte della Banca di Asti con la Dott.ssa Cristina Mobiglia responsabile Ufficio Marcketing Imprese che ha parlato dei rischi climatici e ambientali in ottica finanziaria e con il Dott. Francesco Degiovanni, responsabile dell’Ufficio Commerciale della Banca di Asti, che ha concluso il convegno dichiarando il pieno sostegno della Banca alle imprese con diversi plafond dedicati a danni causati da calamità naturali e alle iniziative volte al risparmio idrico e agli investimenti sulle fonti rinnovabili.
Fonte AB Comunicazione
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