Non un semplice Marchio di Certificazione, ma un vero e proprio cambio di paradigma degli interventi in campo. Obiettivo: garantire la tutela della biodiversità a tutto tondo senza intaccare la qualità.
Fondata nel recente 2022 dagli agronomi Stefano Amadeo e Stefano Zaninotti, Diversity Ark si inserisce nel panorama delle Certificazioni agricole come una vera e propria rivoluzione in quest’ambito. Essa, infatti, si approccia all’agricoltura con una nuova filosofia di pensiero, proponendo una visione olistica che mira a tutelare a 360° la biodiversità presente in campo evitando che l’ecosistema venga irreparabilmente alterato dall’intervento dell’uomo.
Il nome stesso è una dichiarazione di intenti, come spiegano i due fondatori della certificazione: “Ark simboleggia un chiaro riferimento all’arca di Noè, il primo esempio positivo di salvaguardia di tutte la specie viventi, uomini e animali, e nel nostro caso anche di piante. Il marchio della certificazione, applicabile in etichetta, riprende proprio questa visione. Perché la vita continui a fare il proprio corso è necessaria la sopravvivenza di tutti, ogni organismo è indispensabile per l’equilibrio e la vita di tutti gli altri”.
Il progetto, registrato presso EUIPO e certificato a livello europeo dall’Ente CSQA,nasce dopo anni di studio e di collaborazione con varie aziende agricole ed associazioni di produttori.
Tre gli obiettivi che il progetto intende perseguire: far rispettare a pieno la biodiversità di suolo e ambiente attraverso un approccio olistico all’agricoltura.
Ciò a cui si ambisce è la tutela a tutto tondo degli elementi che si interfacciano con il processo agricolo, dallo stato di benessere dei suoli, alla certificazione della biodiversità faunistica dell’appezzamento e della ricchezza di piante.
Il secondo è l’approccio scientifico ad analisi e monitoraggi, al fine di assicurare costanza ai controlli in campo e rigore alle successive analisi sulla base delle quali si fonda l’affidabilità della certificazione.
Le analisi si rivolgono a tre aspetti della biodiversità: campionamento del suolo, analisi di insetti e artropodi e analisi della biodiversità floristica. Terzo punto fondante è rinnovare e migliorare l’iter burocratico delle certificazioni snellendo le procedure e la gestione amministrativa, spesso molto problematica e complessa. Le aziende certificate devono rispettare un innovativo disciplinare che, tra i vari aspetti, non consente l’uso di diserbanti e impedisce l’utilizzo di antiparassitari rischiosi per la salute umana.
Diversity Ark è ad oggi l’unica certificazione in Italia che inserisce all’interno dei controlli una sezione speciale per la presenza o meno di plastiche nel terreno, problematica che sempre più affligge l’agricoltura.
Un’attenzione meticolosa che porta annualmente alla redazione di una scheda di valutazione della qualità e del grado di naturalità delle aree coltivate, che si basa su 10 indicatori, per determinare lo stato di salute del suolo e delle colture.
Etici e meritevoli non solo a parole, ma anche nei fatti: da giugno 2023 Diversity Ark, con l’ingresso del nuovo socio e amministratore Luigi Vignaduzzo, viene convertita in Società Benefit, segnando così un’evoluzione del concetto stesso di azienda, andando ad integrare nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera, destinando da statuto una parte dell’utile a progetti di sviluppo e cooperazione in ambito agricolo e ambientale.
Le aziende che oggi hanno scelto di intraprendere il percorso di certificazione con Diversity Ark sono: Le Piane Boca, Az. Agricola Inama Stefano, Az. Agricola Isola Augusta, Az.Agricola Meroi, La Torre alle Tolfe, Vecchie Terre di Montefili, Gradis’ciutta, Tenuta Stella, Tenuta Luisa, Vinarija Kozlović.
Fonte AB Comunicazione
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