Friulano, Ribolla Gialla e Pinot Grigio: tre varietali che affondano le radici nella Ponca e sviluppano un bio-metabolismo perfetto per vini longevi.
Torre Rosazza racconta una doppia anima: le tradizioni della cultura friulana si fondono alla tecnica e all’esperienza enologica. Le varie influenze della storia enoica dei Colli Orientali del Friuli rivivono attraverso il connubio tra uve autoctone e mittel europee, esprimendosi in maniera inedita in vini di grande qualità ed equilibrio in grado di mostrare, con il passare degli anni, l’evoluzione delle varietà.
Situata sulle prime colline dei Colli Orientali del Friuli, Torre Rosazza beneficia della presenza delle Alpi Giulie a nord, in grado di proteggere i vigneti dai venti freddi, mentre la Laguna di Grado mitiga le brezze marine provenienti dal Mar Adriatico.
L’esposizione perfetta e l’escursione termica tra giorno e notte conferiscono aromi, carattere e longevità ai vini. In cantina si lavora sul profilo aromatico delle varietà e sul loro legame con il terroir, per esaltare la finezza e la freschezza dei vini bianchi, ambasciatori di un Friuli contemporaneo, nella più sublime ed elegante interpretazione.
LA PONCA E I RONCHI: tra tradizione e innovazione
Torre Rosazza si erge sopra le colline che la circondano, un anfiteatro naturale di vigneti terrazzati, conosciuti come Ronchi, che seguono le geometrie mosse dei clivi, creando un disegno geometrico ipnotico. “La sistemazione dei vigneti sui Ronchi – che indica le sommità delle alture – offre la possibilità di avere diverse esposizioni con lo stesso suolo. Questa situazione crea le migliori condizioni per l’evoluzione degli aromi, permettendo un’ottimale maturazione delle uve.” spiega Giovanni Casati, Responsabile Enologo e Agronomo di Le Tenute del Leone Alato.
Dei 100 ettari della tenuta, 74 sono ricoperti da viti che affondano le radici nel suolo chiamato Ponca. Questo è l’elemento tipico del suolo dei COF: una formazione sedimentaria costituita integralmente da marna argillosa che si alterna a strati di arenaria. “La presenza di questo suolo è un aspetto chiave per la freschezza e per la mineralità, in quanto la stratificazione di marna argillosa e arenaria crea una macchina perfetta in grado di regolare l’approvvigionamento idrico e il drenaggio. Le radici delle piante tendono ad andare a fondo solo quando incontrano gli strati di roccia, creando stress nella pianta, utile però a indurre un bio-metabolismo che limita il vigore delle piante, restituendo uve mature anche in annate svantaggiose, insieme a tutte le caratteristiche essenziali per vini longevi: corpo, colore, tannini e alta mineralità.” racconta Giovanni Casati.
Per natura della zona in cui è situata, la filosofia di Torre Rosazza coniuga la grande tradizione enologica friulana con la moderna tecnologia, introducendo tecniche in grado di preservare ed esaltare le componenti strutturali e le caratteristiche organolettiche delle singole varietà. “Con il cambiamento climatico si sono introdotte alcune sfide enologiche che cerchiamo di fronteggiare per preservare la freschezza e quindi la longevità. Abbiamo ad esempio introdotto l’uso della tecnica KRYOS, – spiega Giovanni Casati – usata nella vinificazione dei vini bianchi per preservare gli aromi. L’uva pigia-diraspata viene trasferita in un serbatoio dove è presente anidride carbonica liquida, diminuendo la temperatura fino al valore desiderato e rimuovendo l’ossigeno. In questo modo si ha una estrazione massima degli aromi varietali senza attività ossidativa.”
L’insieme di queste condizioni pedoclimatiche, la cui conoscenza è insita nei secoli di attività viticola della regione, unitamente alla più moderna tecnologia, è la chiave per ottenere vini dal grande potenziale evolutivo. Come spiega Giovanni Casati “avere un ottimo equilibrio acidico in vigna è uno degli elementi chiave per la longevità, equilibrio dato proprio dallo stress che la Ponca induce alle viti, come una forma di allenamento che la pianta trasmette al frutto. In cantina poi il Kryos ci permette di non avere attività ossidativa in fase pre-fermentativa, prima causa di decadimento qualitativo e di scarsa shelf-life. Prima dell’imbottigliamento riusciamo a regolare i gas disciolti, eliminando anche l’ossigeno presente in eccesso.”
FRIULI COLLI ORIENTALI FRIULANO 2022
Emblema enologico del Friuli, conosciuto originariamente come Tocai, il Friulano è il vitigno autoctono più diffuso nella regione. Pieno e robusto al palato, mantiene un ottimo bilanciamento tra freschezza e morbidezza e si impreziosisce di una sfumatura minerale che lo rende particolarmente intrigante.
Provenienti da vigne di 10-30 anni, sulle Colline di Manzano, le uve vengono lavorate con la tecnica Kryos. La fermentazione alcolica avviene in acciaio, con una temperatura costante di 16°.
Il vino permane sulle fecce nobili per circa quattro mesi e dopo l’imbottigliamento affina in vetro per almeno due mesi.
Il colore è giallo chiaro, vivo, con profumi netti e definiti tra cui emergono i fiori di campo, il gelsomino e la pera, concludendo con note di incenso e zafferano. In bocca è compatto e vibrante, piacevole e di facile beva.
Di buona struttura e persistenza, lascia trasparire una spiccata nota minerale che dona sapidità alla chiusura. È ottimo come aperitivo e si sposa ai salumi tipici friulani, oltre alle uova e asparagi. Accompagna formaggi freschi e grassi, risotti saporiti e piatti di pesce.
FRIULI COLLI ORIENTALI RIBOLLA GIALLA 2022
Uno dei vitigni autoctoni friulani di cui si hanno testimonianze più antiche, sui colli di Rosazzo la Ribolla Gialla trova ampia diffusione per l’elevata qualità dei vini, espressa sia in versione ferma che spumantizzata.
Il profumo fine e delicato, accompagnato da una buona acidità naturale, lo rende fresco e slanciato.
Le uve provengono da vigne di 15-25 anni sulle Colline di Manzano, tra i 130 e i 170 mslm, con una resa di 80 quitali per ettaro.
Dopo la diraspatura, gli acini vengono sottoposti a macerazione a freddo grazie al sistema Kryos, che satura l’atmosfera e permette di evitare l’ossidazione, a cui segue una spremitura soffice.
Alla fermentazione alcolica, in recipienti d’acciaio a temperatura controllata, seguono quattro mesi di affinamento sulle fecce nobili, prima dell’imbottigliamento.
Il colore è giallo paglierino, di media intensità. Ha profumi netti e floreali, in cui si distinguono il melone e una leggera nota agrumata di arancia rossa. Al palato è snello, fresco e gustoso, dove si ritrova la caratteristica nota di arancia sanguinella percepita al naso. Ottimo come aperitivo, in accompagnamento a finger food e antipasti. È ideale anche con primi piatti delicati come le trofie al pesto e i risotti alle erbe.
FRIULI COLLI ORIENTALI PINOT GRIGIO 2022
Considerato un “nuovo autoctono” visto il suo perfetto adattamento al territorio e al valore che riesce ad esprimere, il Pinot Grigio viene da secoli coltivato in Friuli con risultati di grande profondità espressiva, soprattutto nei terreni di collina, dove assume profumi intensi e una buona concentrazione.
Le vigne, di oltre vent’anni, sono poste su terrazzamenti tra i 130 e i 170 mslm sulle colline di Manzano, nel cuore dei colli orientali, con una densità di circa 4.500 piante per ettaro.
Le uve vengono lavorate nella pressa con spremitura soffice. La vinificazione avviene in bianco, per togliere la forte componente ramata tipica del Pinot Grigio, separando immediatamente le bucce dai mosti in vasche d’acciaio a temperatura controllata. In seguito, il vino permane sulle fecce nobili per circa sei mesi in recipienti d’acciaio, per poi riposare in bottiglia per i due mesi successivi.
L’annata 2022 si può descrivere con due parole: calda e secca. La maturazione è stata buona, un accumulo degli zuccheri sopra la media e l’acidità bassa ma in linea con la media delle annate precedenti. Il colore è giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso esordisce con pronunciati sentori floreali che virano verso il fruttato, in particolare ricordano la mela e la pera matura.
Al palato è un vino morbido, avvolgente, in grado di dosare sapientemente il buon corpo con una nervatura piacevolmente acidula, che dona freschezza alla bevuta. Equilibrato in ogni componente, gode di una buona persistenza, con la mineralità che preserva la longevità, dando lunghezza sul palato. Adatto in abbinamento a carni bianche, pesci saporiti e primi a base di pesce, si rivela anche ottimo in accostamento a salumi stagionati.
Torre Rosazza
Torre Rosazza, la quintessenza del Friuli. Due ampi anfiteatri di vigneti riempiono il paesaggio, guidando lo sguardo del visitatore verso l’alto, sull’originalità architettonica di Palazzo De Marchi, cuore pulsante e sede della cantina Torre Rosazza.
A Oleis di Manzano, sui Colli Orientali del Friuli, le tradizioni e la cultura friulana si fondono con la tecnica e l’esperienza enologica, esprimendosi in maniera inedita nei vini dei 74 ettari della tenuta. Le uve iconiche del Friuli, come la Ribolla gialla, il Picolit e il Friulano rivelano la loro anima vivace, interpretata in una veste fresca e contemporanea.
L’impianto di nuovi vigneti nelle zone maggiormente vocate, le attente pratiche agronomiche, il suolo di Ponca e il clima particolarmente adatto alla coltivazione della vite permettono di ottenere vini eleganti e dall’altissimo livello qualitativo.
Torre Rosazza è uno dei fiori all’occhiello de Le tenute del Leone Alato, il gruppo che riunisce tutte le aziende vitivinicole di Genagricola con l’obiettivo di valorizzare sul mercato i prodotti e la storia di ogni singola realtà, raccontando il carattere unico e identitario di ciascuna. Storicamente radicata nei Colli Orientali, Torre Rosazza dà particolare attenzione anche alla zona delle Grave, con i 117 ettari del nucleo Le Telizze da cui vengono prodotti sette vini monovarietali.
Fonte Well Com
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