Il viaggio ha raccolto i diversi modelli dell’accoglienza americana e le nuove tendenze del mercato.
È ufficialmente terminato l’International Wine Tour negli Stati Uniti di Wine Meridian: il viaggio durato un mese che ha visto la testata giornalistica intraprendere un percorso immersivo alla scoperta del modello enoturistico statunitense.
A bordo di un camper Wine Meridian ha visitato oltre 130 cantine in 23 stati diversi, potendo osservare da vicino cosa rende la rinomata accoglienza americana diversa da quella italiana, ma anche la grande varietà di offerte che è possibile trovare all’interno di questo Paese.
Il turismo enogastronomico sta vivendo un momento di splendore in tutto il mondo e le cantine italiane, attraverso progetti come gli International Wine Tour, hanno l’opportunità di avere uno sguardo diretto sulle tendenze, le evoluzioni e le migliori soluzioni per fare correttamente accoglienza. Per questo motivo, iniziative di questo calibro si rivelano attività giornalistiche fondamentali per portare innovazione continua al comparto del vino.
Dopo i tour in Italia, Europa e Sud Africa, gli Stati Uniti si sono rivelati una meta obbligatoria per aumentare la consapevolezza delle aziende italiane sulle opportunità che il business dell’enoturismo è in grado di offrire. Quello statunitense è sicuramente un modello enoturistico innovativo, oltre ad essere un sistema altamente funzionante e sostenibile. Wine club, merchandising e forti investimenti nella vendita diretta sono solo alcuni degli approcci che le cantine degli Stati Uniti sfruttano a loro favore, e che in Italia faticano ancora ad essere accolti e compresi.
Wine Meridian, durante le settimane trascorse negli USA, è riuscita a cogliere le sfumature dell’accoglienza americana e a racchiuderle in un format che non era mai stato creato prima. Le visite in azienda in prima persona e le interviste ad oltre un centinaio di manager e titolari statunitensi ha consentito di elaborare un pensiero molto importante per l’enoturismo italiano.
<< È stata un’esperienza molto intensa, per molti aspetti anche difficile – ha sottolineato Lavinia Furlani, presidente di Wine Meridian – ma che ci ha consentito di toccare con mano da un lato i diversi modelli di accoglienza delle imprese vitivinicole americane (sia piccole che grandi) e al tempo stesso, raccogliere i fabbisogni degli enoturisti che numerosi affollano le cantine statunitensi. Siamo convinti, infatti, che l’unico modo per comprendere le reali opportunità offerte dal turismo del vino è quello di vivere direttamente le diverse wine experiences e capire come le nostre aziende vitivinicole possano costruire una strategia di accoglienza adeguata alla loro identità e al target che vogliono intercettare>>.
<< Oltre a comprendere la vera “anima enoturistica” degli Usa – ha aggiunto Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian – questo tour ci ha consentito di approfondire le attuali dinamiche del più importante mercato internazionale del vino. Anche negli Usa si sta vivendo una fase di profonda trasformazione sia in termini di tendenze di consumo sia di atteggiamenti da parte del mondo dell’importazione e distribuzione. Anche queste informazioni saranno preziose per costruire i nostri contenuti editoriali e sul fronte della formazione>>.
I dati, le testimonianze e gli esempi concreti raccolti nell’arco dell’ultimo mese sono stati concentrati in un unico corso di formazione: ad ottobre verrà lanciato il Campus Enoturismo, un percorso a disposizione di dei professionisti del mondo del vino che vogliono ottenere in un’unica fonte autorevole tutti gli strumenti che in questo momento sono a disposizione per costruire un’offerta enoturistica impeccabile.
I dettagli del tour
Miglia percorsi: 7900
Ore di viaggio in camper: 200
Stati attraversati: 23
Aziende visitate: 138, di cui: 35% con prenotazione, 40% con appuntamento concordato, 25% senza prenotazione
Durata: 35 giorni Mezzo: Un camper americano di 9 metri
Fonte Ghesus
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