La prima annata interamente prodotta nella tenuta di Grezzana.
Costa Arènte presenta quest’anno l’Amarone della Valpolicella Valpantena 2018, che vede la prima produzione a ciclo completo interamente realizzata all’interno dell’azienda, grazie anche al fruttaio inaugurato nel 2018 e alla nuova bottaia.
Icona di un territorio, l’Amarone è riconosciuto come un vino nobile, uno dei più grandi rossi italiani. La filosofia di Costa Arènte parte dall’attenta cura dei vigneti che promuove il rispetto della natura attraverso la viticoltura integrata e preserva le secolari tradizioni della zona, come l’utilizzo della pergola veronese e del fruttaio per l’appassimento.
Tutte le operazioni sono svolte manualmente, prediligendo le varietà autoctone e limitando le rese, per trasferire in bottiglia le caratteristiche delle uve e del terroir della Valpantena nella loro interezza. Il legno viene utilizzato in maniera oculata, così da accompagnare il vino nella maturazione, senza impatti eccessivi.
“L’uscita di Amarone 2018 è stata la conclusione di un viaggio che è in realtà un punto di partenza. Ci ha portati a conoscere e riscoprire le potenzialità del territorio e dei vigneti dell’azienda, non solo per quello che concerne il ciclo completo della produzione ma anche per quello che riguarda il vero stile di Costa Arènte, definendo ancora di più la nostra missione: produrre un amarone con eleganza e facilità di beva, senza rinunciare alla complessità, alla struttura e ad un’elevata prospettiva di invecchiamento.”
Spiega Giovanni Casati, Responsabile Enologo e Agronomo del gruppo e Responsabile di Tenuta di Costa Arènte. “Per me è motivo di grande emozione ed orgoglio perché è stato un po’ come accudire il primo figlio. Abbiamo visto la nascita dei grappoli, li abbiamo portati alla vendemmia e poi messi a riposo nel nuovo fruttaio fino alla vinificazione, prestando attenzione ad ogni varietà per ottenere poi il giusto blend di uve.” sottolinea Casati.
Proiettato alla longevità
Il blend dell’annata 2018 è composto al 50% da corvina, 40% corvinone e 10% rondinella. “Utilizziamo varietà veronesi, soprattutto corvina e corvinone, che hanno nel dna caratteristiche nobili come il nebbiolo e il sangiovese, in grado di restituire un grande vino adatto all’invecchiamento.” Spiega Giovanni Casati.
Le uve sono coltivate in Valpantena, sulla Costa di Romagnano a Grezzana, su versanti collinari che si estendono fino a 600mt di altitudine, insistendo sulla fascia dai 100 ai 250 mslm. Il substrato è costituito da marne calcaree, franco argilloso a reazione sub-alcalina, ricco di elementi nutritivi minerali come potassio, manganese, calcio, ferro, zinco e dalla non rara presenza di fossili.
Questa tipologia di suolo garantisce un’acidità fissa elevata che dona eleganza e capacità di invecchiamento, a parità di tenore alcolico e struttura. L’allevamento è la tradizionale pergola veronese semplice e doppia, con viti che vanno dai 10 ai 25 anni.
L’annata 2018 e la vinificazione
Nuovo fruttaio e sapiente uso dei legni in un’annata di per sé sorprendente
L’annata 2018 è risultata sorprendente considerando la criticità della 2017, caratterizzata da gelate, forte calore e da una grandinata che ha distrutto circa il 70% del raccolto. Le piante hanno avuto pieno recupero, riprendendosi dallo stress subito e riportando il ciclo vegetativo al regime ottimale.
La 2018 è stata un’annata regolare, senza siccità o stress, con maturazione e sviluppo vegetativo nella norma. L’allevamento a pergola ha salvaguardato la salubrità delle viti dagli acquazzoni di fine agosto, che hanno causato una brutta alluvione nella vallata di Negrar. Nonostante ciò, i grappoli hanno maturato senza problemi, raggiungendo la giusta concentrazione zuccherina, grado di colore e affinamento dei tannini.
Dopo l’attenta vendemmia manuale, con selezione dei grappoli, le uve vengono messe a riposo nel fruttaio, inaugurato nel 2018, dove appassiranno sui plateaux per almeno 3 mesi, perdendo mediamente il 40% del loro peso. I processi enzimatici e lo sviluppo di muffa nobile completano il processo di appassimento, seguito da diraspatura, intorno al mese di dicembre, selezione sul tavolo di cernita e pigiatura.
Una breve macerazione a freddo precede la fermentazione alcolica che dura circa due settimane, con frequenti rimontaggi. Segue svinatura, fermentazione malolattica e affinamento per due anni in tonneaux e successivamente per almeno un anno in botte di rovere di Slavonia, in modo da garantire una microssigenazione lenta e costante ma non invadente, per evitare che il lavoro fatto in vigneto venga coperto da sentori di speziatura e legno, nascondendo così le caratteristiche delle uve utilizzate.
“Da quest’annata abbiamo potuto utilizzare non solo il nuovo fruttaio, ma anche la nostra bottaia. Questo ha permesso un uso oculato dei legni che, per nostra filosofia, devono solo accompagnare la maturazione senza stravolgere il vino stesso.” spiega Giovanni Casati. “Utilizziamo solo tonneaux da 500 litri, in rovere francese delle foreste di Allier che, grazie alle caratteristiche della loro grana, compatta e poco porosa, sono perfette per supportare i sentori aromatici naturali del vino e la carica tannica di forza maggiore.”
L’affinamento in bottiglia dura almeno un anno, prima della messa in commercio.
La degustazione
Il colore è rubino intenso, tendente al granato, denso e profondo con un’unghia granata vivace. L’alcolicità sostenuta è riscontrabile anche dagli archetti, densi e stretti. Il naso è complesso con immediati sentori di fruttati di ciliegia scura.
L’appassimento delle uve emerge poi con note di marasca, candito, fico secco seguite da note terziare di torrefazione, pepe nero, cannella, liquirizia e cacao.
Al palato l’Amarone 2018 riempie la bocca senza stancare, grazie all’acidità che dona agilità. Il tannino morbido è dato prettamente dalla buccia, risultando suadente e vellutato, in grado di dare ulteriori livelli ai diversi aromi presenti.
L’acidità caratteristica di Costa Arènte dona freschezza alla beva, suggerendo l’alto potenziale di invecchiamento, grazie anche ad un ph molto basso per un amarone, garanzia di nessun inquinamento da brettanomices.
La sensazione retrolfattiva è incredibile, torna prepotente la freschezza, l’amarena e la marasca, seguiti da note di torrefazione. Il richiamo della beva fa intendere l’importanza di questo vino.
“Il nostro obiettivo è che vini così importanti come questo Amarone diventino anche più facili da abbinare ai piatti e quindi di più facile consumo” dice Giovanni Casati.
L’Amarone 2018 si abbina infatti anche ai piatti più semplici, come carne alla piastra, pasta con sughi di carne o goulash. Un abbinamento estemporaneo è con l’arancia candita ricoperta da cioccolato fondente.
Costa Arènte fa parte de Le Tenute del Leone Alato.
Fonte Well Com
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